Al numero 56 di via dei Volsci è una giornata come le altre, solo un po' più afosa. Marco sfoglia i quotidiani del mattino, Salvatore è in piedi alla consolle, un Carletto Marx armato di cuffia e microfono osserva severo da una parete che a Onda rossa si tenga la barra dritta e vada in onda la musica giusta. (…) E' stato sempre così da quel 24 maggio '77, quando una nuova onda prese l'etere per raccontare il movimento da una prospettiva totalmente interna. Mai una parola al suo posto, mai un atteggiamento al di sotto delle righe, mai un brano in onda che non parlasse la lingua della trasgressione e della sovversione. Sempre con un solo obiettivo, poi diventato lo storico slogan della radio: «dare voce ai senza voce», anche quando si rischia di assecondare umori non proprio politicamente corretti.(…) «Siamo nati come una radio dichiaratamente di parte in un'epoca in cui, dopo la cacciata di Lama dall'università La Sapienza, non era più possibile alcuna mediazione: o stavi di qua, con il movimento, o di là, con partiti e sindacati». “ Dura da trent'anni l'onda antagonista”   articolo di Angelo Mastrandrea.