1977

'77 vuol dire agibilità erotica del territorio metropolitano. Vuol dire riduzione generale del tempo di lavoro salariato nel corso della vita. Vuol dire libera circolazione delle idee, delle tecnologie, delle sostanze psicoattive. Vuol dire comporsi e ricomporsi della comunità (o della singolarità) desiderante, libera circolazione del piacere e cura rispettosa della sofferenza. Vuol dire proliferazione di circuiti connettivi di comunicazione orizzontale. Vuol dire nomadismo virtuale e fisico, abolizione di ogni barriera nazionale al libero movimento degli uomini. F. Berardi (Bifo), Dell'innocenza. 1977: l'anno della premonizione. In realtà a partire dalla fine degli anni settanta è stato messo in opera in Italia un gigantesco mecanismo di falsificazione della storia di quel decennio che nella desolante definizione di “Anni di piombo” trovava la sua sintesi linguistica. N.Balestrini, P.Moroni. ‘L'orda d'oro 1968 – 1977', 1998. La generazione del settantasette assume spontaneamente e radicalizza la tematica del rifiuto al lavoro, cioè nega che il   lavoro intellettuale sussunto al processo productivo possa essere “liberato” per fa diventare “la scienza, la cultura, l'arte, la stessa creatività, il terreno su cui fondare i nuovi conflitti e le nuove identità sociali […] Il ‘77 come forma generale di protesta metropolitana strettamente intrecciata con la nascente nuova composizione politica di classe, non riuscì a trovare una forma di organizzazione politica adeguata alla ricchezza dei problemi che portava dentro di se. Le problematiche poste in essere da quella breve stagione di ribellione creativa anticipavano largamente la percezione della modifica profonda che stava avvenendo (che sarebbe avvenuta) nel complesso dei rapporti di forza del quadro politico italiano. Sia a partire dalla crisi definitiva della forma-partito e del sistema della rappresentanza; sia per ciò che concerne l'irreversibile processo di desalarizzazione e la consecuente perdita di gran parte della sfera dei diritti acquisiti; sia per l'importanza che avrebbe nel tempo assunto l'area del lavoro intellettuale tecnico scientifico (oggi si direbbe di coloro che “lavorano comunicando”) come forma intermedia di comando sul resto della società. Da queste macerie, che finirono per travolgere tutto il resto della società civile e del tessuto connettivo Della società italiana, non potevano che emergere gli oscuri anni ottanta con la loro definitiva corruzione dell'intero ceto politico che aveva dominato da dopoguerra in avanti, e con l'affermarsi dispiegato dell'”autonomia del politico”. Nella fase finale degli anni settanta, i settantasettini non meno che gli autonomi si disperdevano nei labirinti metropolitani dominati dall'eroina, o venivano soggettivamente “destrutturati nelle carceri” (Primo Moroni). S.Bianchi, Settantasette, 1997. >>